2010-10-13 10:24:33 - News
Lo sport è prevenzione: nello sport il trauma equivale a una cattiva preparazione
Secondo dati ISTAT 2007, oltre 17 milioni di italiani praticano attività fisica e il numero è in crescita il numero di persone che decidono di praticare un’attività sportiva dopo i 40anni. Pur raccomandato da tutti i medici, lo sport dopo i 40 anni può comportare rischi per la salute dell’apparato muscolo-scheletrico che possono essere evitati. Soprattutto perché, nonostante le grandi opportunità offerte dalle biotecnologie, queste nuove cure non sono efficaci ad ogni età, come sottolineano gli esperti di SIGASCOT.
LO SPORT è PREVENZIONE: NELLO SPORT IL TRAUMA EQUIVALE A UNA CATTIVA PREPARAZIONE
"Insito nel concetto di sport è la prevenzione" spiega Piero Volpi. "La cura, nello sport, è già un errore, una contraddizione di termini perché quando l’atleta si fa male, e non a causa di un incidente inevitabile, significa che la prevenzione non è stata efficace".
La prevenzione dei traumi e degli infortuni inizia con l’apprendimento della gestualità tecnica tipica dello sport che si inizia a praticare. "Fondamentale è il ruolo del preparatore atletico anche nello sport amatoriale" sottolinea Volpi "perché al crescere del numero delle persone che praticano attività sportive, noi medici dello sport abbiamo rilevato il corrispondente incremento dell’incidenza delle lesioni derivate". Purtroppo, dati ISTAT confermano che è molto alta la percentuale di sportivi over 45 che non si avvalgono di un preparatore atletico, più frequente negli uomini (quasi l’89%) rispetto alle donne (quasi 43%).
Questa ‘cattiva abitudine’ spesso porta a traumi e lesioni evitabili con una buona preparazione atletica: basti pensare che soltanto le tendinopatie rappresentano il 30-50% di tutte le patologie causate da attività sportive. A questo si aggiunga che l’incremento esponenziale delle lesioni e dei traumi dovute ad attività sportive è spesso alla base della rinuncia a praticare uno sport, che invece è ampiamente raccomandato da tutti i medici. Secondo l’autorevole American Journal of Sports Medicine, la cattiva gestione delle patologie da sovraccarico, spesso trascurate dagli sportivi amatoriali, è infatti causa di abbandono nel 16% degli sportivi dilettanti con conseguenze sulla salute psico-fisica generale.
AD OGNI SPORT IL SUO TRAUMA
Secondo i dati forniti dall’American College of Sports Medicine, l’80% dei traumi negli sportivi adulti (età compresa tra 25 e 50anni) avviene in sport come il calcio, la pallavolo e il basket mentre negli sportivi anziani sono dovute nel 65% dei casi a cadute che comportano traumi agli arti inferiori.
Negli adolescenti invece, i traumi e le lesioni sono imputabili a differenti tipologie di sport (dal tennis all’atletica, dal calcio al nuoto e alla danza) ma la natura del trauma è simile alla lesione dell’adulto.
"La considerazione importante da fare – spiega Claudio Zorzi - è che oggi l’atleta adolescente, dal punto di vista medico sportivo, è paragonabile ad un atleta adulto: già a 12 anni emerge una giovane promessa che diventa una realtà tra 16 e 17 anni.
In queste fasce d’età uno sciatore si impone nel panorama nazionale, un corridore diventa competitivo, un tennista a 15 anni è già ad alto livello, così come un golfista."
Oggi, quindi, l’adolescente è già un adulto dal punto di vista sportivo. Tutto questo comporta maggiore probabilità, rispetto ai coetanei non atleti, di traumi e lesioni che però non possono essere trattate come nell’adulto proprio per i processi evolutivi e di crescita ancora in atto...
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Medicinaoltre.com, Salute e benessere - Guida pratica per la famiglia